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domenica 2 settembre 2012

Come un cane - Sissi Tursi

L'altra mattina mi sono svegliata piangendo. Avevo sognato di essere un cane abbandonato.




Come un cane


Ti ho rincorso come un cane
abbandonato sulla strada appena fatta assieme,
con il cuore che esplode,
scava il petto,
risale nella gola che brucia
ed esce bagnato dagli occhi.
Con l’angoscia e la paura
incredula continuavo a correre, correre, correre,
fino a non poterne più,
affannandomi per raggiungerti e capire,
cercando di scacciare l’evidenza
che tu neanche una volta
hai rallentato o ti sei voltato indietro.
Poi finalmente magnanimo, hai deciso di fermarti.
Ed io fedele mi sono accucciata paziente
a leccarti i piedi un’altra volta
nella vana attesa di una moina,
di una carezza.
Ma invece, all’ennesimo calcio,
per paura di poterti mordere, mi sono allontanata,
e sola e disorientata vago ora,
desiderosa e diffidente insieme
delle mani ignote che mendaci promettono tenerezze.
E’ una triste storia questa.
Soprattutto per chi ha sempre impersonato
il felino indipendente.