Come un cane
Ti ho
rincorso come un cane
abbandonato
sulla strada appena fatta assieme,
con il cuore
che esplode,
scava il
petto,
risale nella
gola che brucia
ed esce
bagnato dagli occhi.
Con
l’angoscia e la paura
incredula continuavo
a correre, correre, correre,
fino a non
poterne più,
affannandomi
per raggiungerti e capire,
cercando di
scacciare l’evidenza
che tu
neanche una volta
hai
rallentato o ti sei voltato indietro.
Poi
finalmente magnanimo, hai deciso di fermarti.
Ed io fedele
mi sono accucciata paziente
a leccarti i
piedi un’altra volta
nella vana attesa
di una moina,
di una carezza.
Ma invece,
all’ennesimo calcio,
per paura di
poterti mordere, mi sono allontanata,
e sola e
disorientata vago ora,
desiderosa e
diffidente insieme
delle mani ignote
che mendaci promettono tenerezze.
E’ una
triste storia questa.
Soprattutto
per chi ha sempre impersonato
il felino
indipendente.